ovveroAl carovita si adeguano solo i deputati
In tempi di conti in tasca alla CASTA nazionale non è male analizzare quelli dei politici di casa nostra.
Il Parlamento siciliano ha aumentato gli stipendi dei nostri deputati di 513,00 euro al mese a partire dal mese di marzo. Niente male se consideriamo l’elemosina di 400,00 euro l’anno, detta quattordicesima, elargita a molti pensionati che ormai per vivere sono costretti a saltare qualche pasto o a rubare un pacco di pasta.
I nostri onorevoli si sono giustificati sostenendo che si tratta di un aumento automatico, che loro poverini subiscono a causa di una legge. Ma non è tutto qui, perché è già pronto un altro aumento di 200,00 euro al mese, e sempre di aumento automatico subito si tratta.
E allora proviamo a entrare nelle loro tasche, anzi nei loro forzieri.
Lo stipendio mensile di un deputato è di 11.713,64 euro a cui si aggiunge il rimborso spese di 4.033,11 euro più una quota fissa di 13.293,00 euro l’anno; altri emolumenti aggiuntivi spettano a quei parlamentari che ricoprono una seconda carica (assessori, questori, segretari, presidenti di commissione e vice, ecc.) e aggiungiamo pure alla moneta sonante i privilegi che ogni onorevole ha a sua disposizione (auto con autista anche per spostamenti personali, trasporti, telefonia, spese mediche, e ciliegina sulla torta, barbiere, visto che 88 sono uomini, tutto gratis).
Quindi ogni membro dell’ARS percepisce ogni anno per la sola carica di deputato 217.870,00 euro che moltiplicato per 90 fanno 19.608.300,00 (diciannovemilioniseicentoottomilatrecento !!!) euro.
Con questi costi è vergognoso sostenere che il deficit della Regione Siciliana è causato dai troppi costi della sanità e che è necessario chiudere 80 guardie mediche, anzicchè eliminare qualche concessione a laboratori e cliniche private o licenziare quei manager ospedalieri incapaci e inetti che occupano i loro posti grazie a lottizzazioni politiche e non per le loro competenze specifiche.
Gli potremmo suggerire di ridurre un’altra tra le tante fonti di sperpero senza utilità effettiva che sono i consorzi per il ripopolamento ittico, che proliferano e costano più dei pesci, soprattutto da quando il presidente Cuffaro ha deciso l’adesione ai consorzi di qualche comune dell’entroterra, nominando nuovi commissari straordinari con cospicue indennità ( per es. il fratello Silvio Marcello dal mese di marzo, e recentemente il nostro ex sindaco Raimondo Torregrossa per il consorzio di Gela).
Non ci si dovrebbe meravigliare quindi dei tanti VAFFA… che in questo momento sono indirizzati a questi politici, capaci solo, in un momento di grande difficoltà per la maggior parte dei cittadini, a sperperare il nostro denaro. Continuano a non rendersi conto che la resa dei conti sta per arrivare, che col tempo, forse alle prossime elezioni provinciali o regionali o nazionali, lo sdegno di noi tutti si manifesterà con un grande astensionismo, perché per questi politici non si può più votare, non si può più cadere sotto l’effetto di una sirena incantatrice, di una promessa in cambio di un voto, o delle parole di un qualche politico che vuole cavalcare l’onda di una protesta che è e resterà solo CIVICA.
La domanda che noi tutti ci poniamo è: esiste una alternativa? chi può occupare i posti di questi politici, dal momento che lo Stato ha bisogno di essere governato?
Qualcuno sostiene che l’alternativa potrebbe essere una presenza massiccia di cittadini comuni candidati in liste civiche, locali o nazionali. In effetti, dopo i risultati delle scorse elezioni amministrative a San Cataldo, che hanno determinato un notevole risveglio delle coscienze si sarebbe tentati di rispondere di si. Bisogna verificare se tale movimento può portare a risultati concreti che permetterebbero una rappresentanza della società civile nei consigli comunali, provinciali o nel parlamento, consentendo così una ripulita seppure parziale del marcio che c’è tuttora nella politica e portando avanti i veri problemi della nazione, che sono per la maggior parte problemi di sopravvivenza e non di speculazione in borsa.